#33 - La sintesi finale
La lanterna al giorno d'oggi non è più utilizzata come una volta. Il tempo è trascorso, le macchine sono migliorate e l'arcaica gabbia di vetro e metallo contenente luce è ormai caduta in disuso, superata dall'efficienza e dalla comodità delle lampadine.
La lanterna però non è morta del tutto, o almeno, non del tutto nel suo senso figurato e veicolatore di tradizione. E' ancora presente nelle strade di qualche paese isolato, legato alle tradizioni, come Chianale, in Val Varaita, Piemonte. Il vetro adesso nasconde un bulbo fluorescente che ha spodestato la fiammella, ma i richiami del passato sono sempre vivi.
La lanterna ha accompagnato l'uomo all'interno dell'oscurità, in un senso tanto fisico quanto filosofico. Nell'antica Grecia pensatori come Platone e Diogene l'avevano utilizzata come mezzo canalizzatore della conoscenza e della ricerca: il primo per investigare la vera forma delle cose, ombre derivate dall'illuminazione delle idee; il secondo come mezzo per cercare qualcosa che è necessario ritrovare: l'uomo.
Una reinterpretazione contemporanea della ricerca del bene e della verità ci è offerta dalla serie fumettistica di Lanterna Verde: dei supereroi dotati di un anello verde che fanno della volontà la loro forza principale, portando speranza nel mondo come una lanterna nel buio.
La lanterna nella storia ha avuto diverse dimensioni, da quelle più ridotte per un ambiente domestico fino a quelle così grandi da non poter più essere definite come lanterne ma che, a tutti gli effetti, lo erano: i fari. La lanterna ha quindi avuto anche una valenza comunicativa, oltre che esplorativa.
Col passare del tempo la lanterna è anche uscita dalla semplice illuminazione degli ambienti, passando a proiettare immagini. Partendo dal gioco delle ombre cinesi, si passa poi a mettere di fronte alla luce della lanterna una lastra colorata: ecco quindi la madre di tutte le macchine da presa, la lanterne magique.
Ecco che quindi la lanterna da oggetto apparentemente "lontano" si rivela un'importante tassello per comprendere in maniera più chiara e illuminata la storia delle cose.
La lanterna però non è morta del tutto, o almeno, non del tutto nel suo senso figurato e veicolatore di tradizione. E' ancora presente nelle strade di qualche paese isolato, legato alle tradizioni, come Chianale, in Val Varaita, Piemonte. Il vetro adesso nasconde un bulbo fluorescente che ha spodestato la fiammella, ma i richiami del passato sono sempre vivi.
La lanterna ha accompagnato l'uomo all'interno dell'oscurità, in un senso tanto fisico quanto filosofico. Nell'antica Grecia pensatori come Platone e Diogene l'avevano utilizzata come mezzo canalizzatore della conoscenza e della ricerca: il primo per investigare la vera forma delle cose, ombre derivate dall'illuminazione delle idee; il secondo come mezzo per cercare qualcosa che è necessario ritrovare: l'uomo.
Una reinterpretazione contemporanea della ricerca del bene e della verità ci è offerta dalla serie fumettistica di Lanterna Verde: dei supereroi dotati di un anello verde che fanno della volontà la loro forza principale, portando speranza nel mondo come una lanterna nel buio.
La lanterna nella storia ha avuto diverse dimensioni, da quelle più ridotte per un ambiente domestico fino a quelle così grandi da non poter più essere definite come lanterne ma che, a tutti gli effetti, lo erano: i fari. La lanterna ha quindi avuto anche una valenza comunicativa, oltre che esplorativa.
Col passare del tempo la lanterna è anche uscita dalla semplice illuminazione degli ambienti, passando a proiettare immagini. Partendo dal gioco delle ombre cinesi, si passa poi a mettere di fronte alla luce della lanterna una lastra colorata: ecco quindi la madre di tutte le macchine da presa, la lanterne magique.
Ecco che quindi la lanterna da oggetto apparentemente "lontano" si rivela un'importante tassello per comprendere in maniera più chiara e illuminata la storia delle cose.
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